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Recensione

Sandra Landini accosta ad alcuni celebri lavori di Chopin, pagine assai eleganti, ma meno conosciute, di Balakirev, Glinka e Rachmaninov: confesso di aver inizialmente arricciato il naso di fronte a tale proposta, e tuttavia l’interpretazione offerta dalla pianista mi ha fatto dimenticare la singolarità degli accostamenti, permettendomi anzi di cogliere un filo logico che, francamente, non avevo preso in considerazione, e cioè l’influsso profondo esercitato in Russia dalla poetica chopiniana, influsso che si protese fino a Rachmaninov, gettando le basi per una sua evoluzione in senso decadentistico, già in nuce nel pur giovanile Morceau de fantasie op. 3 n. 1 qui presentato. Giustamente la Landini ha puntato soprattutto sulla ricerca coloristica, sfoderando una cura dei dettagli e una gamma di sfumature timbriche di notevole raffinatezza, tali da porre in piena luce le peculiarità di un lirismo già presago delle future evocazioni simboliste (che, come ha dimostrato Mario Luzi, erano già ben presenti nella poesia romantica). In questo contesto la Sonata in Si bemolle minore op. 36 di Chopin, con le sue atmosfere oniriche, con le sue inquietudini e con i suoi contrasti, qui opportunamente evidenziati, ci è parsa corrispondere appieno a quello «spirito strano» avvertito, non senza disagio, da Schumann. Certo, non sono qui mancate alcune spigolosità e lo stesso enigmatico finale non mi à sembrato del tutto risolto o puntualmente definito, in ogni caso si tratta di limiti che non compromettono una cifra interpretativa per molti versi, affascinante.
Claudio Bolzan
Musica (July-August 2016)